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RISTRUTTURAZIONI E BONUS: IL BILANCIO DEL 2022 E LE PREVISIONI PER IL 2023

05/12/22 – RISTRUTTURAZIONI E BONUS DAL 110% AL 90%
Dagli studi di Nomisma gli ultimi dati sullo scenario delle ristrutturazioni edilizie e sugli incentivi fiscali: un bilancio del 2022 e le previsioni per il prossimo anno anche alla luce della riduzione dell’aliquota del Superbonus al 90% che avrà effetto sul numero di proprietari di casa che vorranno aderire all’agevolazione

Il SUPERBONUS DOMANI: LE PREVISIONI DI NOMISMA
Saranno 2,4 milioni le famiglie che, secondo la società di ricerche di mercato Nomisma, aderiranno nel 2023 alla nuova norma del Superbonus con aliquota al 90%. Rispetto al 2022 i dati evidenziano un tasso di abbandono del 12% per la domanda che intende usufruire della nuova misura. Una riduzione che riguarderà quindi circa un terzo delle famiglie interessate rispetto alle previsioni di 3.613.000 che erano state fatte considerando la normativa in vigore fino al 25 novembre 2022.

«L’aliquota al 90% non determinerà un abbandono di interesse da parte delle famiglie italiane verso la misura – sottolinea Marco Marcatili, Responsabile Sviluppo di Nomisma –. Dall’indagine del nostro 110% Monitor emerge come le famiglie abbiano incorporato la consapevolezza che il superbonus non sarà totalmente gratuito. Per recuperare parte delle famiglie rinunciatarie occorre garantire una copertura economica della quota di incentivo mancante, attraverso ad esempio prodotti finanziari dedicati o attraverso sistemi di remunerazione dell’investimento in modalità ESCO, vale a dire attingendo ai benefici economici garantiti dai risparmi in bolletta. Ritengo che i tempi siano maturi per questo tipo di prodotto che potrà fornire una maggiore stabilità e incentivare una domanda reale. C’è da dire che tutto ciò avverrà a condizione che venga reso nuovamente operativo il meccanismo dello sconto in fattura».

I bonus utilizzati e l’investimento medio
Secondo l’indagine di Nomisma, una famiglia su due ha deciso di aderire alle detrazioni fiscali/bonus per gli interventi che ha dovuto sostenere, in particolare lo hanno fatto il 40% dei romani e il 41% dei milanesi. Il 40% delle persone che ha deciso di aderire ai bonus lo ha fatto per accedere agli interventi di riqualificazione energetica; il 37% per ristrutturazioni edilizie e al terzo posto, con il 21% il Superbonus 110% mentre il 12% degli aderenti ha deciso di richiedere il bonus facciate.

Analizzando il costo medio per i soli interventi di efficientamento energetico (sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o estiva, installazione di pannelli fotovoltaici, ventilazione meccanica controllata e i dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, acqua calda o climatizzazione) esso ammonta a circa 5.500 euro.

Se si aggiungono anche gli interventi strutturali (miglioramento termico dell’edificio e rifacimento dei balconi e gli altri interventi trattamento delle acque e sistemi antincendio) l’investimento medio sostenuto raggiunge i 13.800 euro. Gli interventi su sanitari e rubinetteria presentano invece un investimento medio di 4.600 euro.

SGUARDO AL FUTURO: QUALE SARÀ L’EFFETTO DEL RIDIMENSIONAMENTO DEI BONUS
Il 51% dei rispondenti all’indagine Nomisma ha dichiarato che non avrebbe mai realizzato interventi in assenza di incentivi che hanno spinto all’attivazione di cantieri e interventi anche da parte di famiglie che viceversa sarebbero rimaste dormienti. Una situazione che, alla luce dei nuovi decreti, potrebbe “raffreddarsi” nel 2023.

Le motivazioni principali a procedere con i lavori restano il miglioramento del comfort abitativo, reso possibile dagli incentivi, e la riduzione dei consumi energetici.

Per i prossimi 12 mesi, l’investimento medio per le attività di ristrutturazione e/o miglioramento pianificate, ammonterà a 15.340 euro per gli interventi strutturali e a 8.170 euro per quelli di efficientamento energetico. Per tutti gli altri interventi (rifacimento tetti, impianti antincendio, trattamento delle acque) l’investimento medio per famiglia sarà di 10.465 euro. Considerando invece la spesa per sanitari e rubinetteria, questo sarà rispettivamente di 5.715 euro e di 4.670 euro per l’acquisto e l’installazione di impianti di condizionamento.

Se si guarda ai prossimi 12 mesi, il 4,7% degli italiani pensa di fare ricorso al Superbonus che con il Decreto-legge 18 novembre 2022 n. 176 si riduce dal 110 al 90%. Se prima le famiglie interessate erano 1,8 milioni, ora scendono a 1,2; si tratta di 1 famiglia su 3, già orientata a questo tipo di intervento, che però ora decide di rinunciarvi.

«I dati analizzati confermano che il mercato ha vissuto un momento di crescita straordinario. Questi risultati partono dalla voglia degli italiani di migliorare il proprio comfort abitativo, così come i consumi energetici. Una situazione che è stata accelerata dalla presenza dei bonus, che hanno dato un boost al numero complessivo di interventi. Nella giornata di venerdì 25 novembre si è conclusa la possibilità di presentare la Cilas per avere diritto alla misura del Bonus 110%; subentra il nuovo decreto “Aiuti quater”, che prevede l’agevolazione per gli interventi di riqualificazione energetica o sismica degli edifici al 90%. Sembra venir meno l’entusiasmo che sino ad ora ha caratterizzato il mercato, sono attualmente 2 su 3 le famiglie che continuano a dirsi interessate all’avvio dei lavori con il Superbonus al 90%; un dato che dovrà essere sicuramente tenuto in considerazione nella pianificazione dei budget futuri di settore» hanno dichiarato Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma e Roberta Gabrielli, Senior Project Manager.

Fonte: https://www.bigmat.it/news

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